Diciamo che mi piace chiacchierare di un argomento, ma discutere anche no, perchè le discussioni mi stressano e mi stressano perchè il 95% delle persone parla per avere ragione, per autocelebrarsi, per far cambiare idea all’altro e altre dinamiche tossiche che nelle discussioni portano a svuotamento e non a riempimento.
Nelle discussioni ormai vale chi la spara più grossa, chi provoca l’effetto “wow”, chi compete per non si sa bene cosa, chi si impone e già solo a scriverlo mi dà la misura di quanto io sia intossicata da questo, per non parlare di chi quando ascolta ti finisce le frasi, ti trova le parole o dopo 5 minuti tradisce di non aver capito un cazzo di cosa ha ascoltato.
Però se si chiacchiera con superficialità e distacco (cose che mi illudo non facciano perdere l’educazione e il rispetto) mi piace parlare di arte, filosofia, astrologia, cinema, libri e degli aspetti di queste “cose” applicati alla vita vissuta.
Mi piace soprattuto parlare del passato, non della Storia, ma del passato proprio delle persone, degli occorsi del passato altrui e del mio passato, di cosa è successo, narrare e ascoltare le narrazioni, sapendo che sono solo ricordi, quindi storie notevolmente distanti dalla realtà dei fatti perchè, appunto, interpretate.
Mi piace chiacchierare di fatti uguali ma vissuti diversamente, perchè mi apre ad un mondo di atteggiamenti mentali che non sono il mio e questo mi affascina. Sapere come qualcuno ha superato o è stato sopraffatto da qualcosa, le parole scelte per dipingere la storia, i toni.
Mi piace quando parlando resta la voglia di farlo ancora, ma mi capita una volta ogni circa 3 anni, forse.
Melania Emma
quella signora 